UN LUMINOSO ENIGMA – Gianni Pignat

Un luminoso enigma
Galleria dell’Eremo – Sede Municipale in Rua di Feletto (TV), via Marconi, 3 Comune di San Pietro di Feletto – Assessorato alla Cultura
Presentazione di Corrado Castellani
Inaugurazione: sabato 26 febbraio 2022 alle ore 17,00.
Aperta dal 26 febbraio al 23 aprile 2022
Mattino: da lunedì a venerdì 9.00-13.00, sabato 9.00-12.00
Pomeriggio: martedì e giovedì 14.00-18.30
Info e appuntamenti fuori orario: tel. Uff. Cultura-Biblioteca 0438.486117 https://www.galleriaeremo.it/ e-mail cultura@comune.sanpietrodifeletto.tv.it
INGRESSO GRATUITO nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Gianni Pignat è un intellettuale e un artista che non è facile racchiudere in una definizione univoca. Personalità sfaccettata e ricca di talenti, ha alle spalle una lunga carriera professionale di fotografo di viaggio, documentata da pubblicazioni, libri fotografici e video. Ma è anche un creativo abile nell’utilizzare sapientemente materiali diversi per realizzare opere d’arte e oggetti di design.
In questa mostra presenta sculture bidimensionali in metallo che possiamo idealmente collocare in un territorio intermedio tra la grafica e l’oreficeria. Sono opere in cui è sedimentata la memoria di repertori visivi appartenenti a culture tradizionali, evocati senza indugiare su riferimenti specifici o citazioni di contenuti folklorici. Pignat filtra e decanta queste allusioni attraverso un confronto serrato con gli esiti dell’arte astratta del secondo Novecento, in particolare con quelli più concentrati sulla forza espressiva del segno. La confluenza di riferimenti a civiltà extraeuropee, intuibili più che chiaramente identificabili, con gli stilemi dell’arte aniconica, si traduce in una feconda ibridazione di significati.
Ogni opera è governata da un principio ordinatore, una regola compositiva nitida e coerente, del tutto esplicita, che comunque non ne dissolve il carattere enigmatico. Il tratto si dipana di volta in volta in una trama di linee spezzate, di segmenti, di moduli ortogonali o archi di cerchio.
Appaiono mappe di territori senza nome o tracciati di lingue immaginarie. Luoghi che non riconosciamo o parole che non comprendiamo. In altri casi siamo interpellati da miti di mondi ancestrali. Comunque segni che non ci è dato interpretare.
La lamiera incisa, sbalzata e ritagliata, brunita dagli ossidi o brillante per il rivestimento in foglia d’oro, risalta con tutta la sua ruvidezza e irregolarità. Richiama un artigianato preindustriale, un mondo lontano dalla levigatezza degli oggetti che maneggiamo ogni giorno.
Contro ogni omologazione ideologica e culturale, le icone metalliche di Pignat rivendicano il riferimento a scenari alternativi a quelli della modernità tecnologica. Indicano un altrove nel tempo e nello spazio, rimasto in serbo per il genere umano, come un grembo di potenzialità inespresse, da cui attingere nuove prospettive, sintesi inesplorate, visioni imprevedibili. Rendono pensabile l’utopia di un fare arte in cui la chiarezza dell’intelletto, capace di ordinare, distinguere e identificare, non sia mai disgiunta dalla finezza dell’intuizione, che coglie il proliferare delle dimensioni nell’inesauribile ricchezza del simbolo.

Corrado Castellani

Gianni Pignat è nato nel 1952. Dopo essersi laureato in architettura, ha conseguito il diploma d’arte applicata e fotografia presso l’Istituto d’Arte di Udine, dove ha insegnato fotografia. Fotografo di viaggio, è autore di testo e immagini di cinque libri fotografici: Gracias por venir a Colombia; Herat, Afghanistan; Sudan; Tuol Sleng, Cambogia; Birmania. Ha svolto una ricerca documentaria e fotografica su Tina Modotti, consultando archivi pubblici e privati in Russia, Messico e Cuba. Ha collaborato alla realizzazione di documentari per la televisione francese: Une petite pierre; Que viva Tina; e Goli Otok. Molte delle sue opere grafiche sono state utilizzate per copertine di libri e manifesti. Espone regolarmente in gallerie pubbliche e private.

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