La serie Terre fragili nasce dalla sovrapposizione di elementi contrastanti, assemblati a collage. Ritagli di tela dipinta in forma aniconica e processuale sono infatti collocati su un fondo di tela vergine, come se fossero delle inutili montagne di colore che si sciolgono nel nulla. Rappresentano per me le tracce di un’orografia informe, l’ammassare frenetico delle esperienze e, insieme, dei semplici banali accumuli di ego, condannati a svanire nel tempo. Sono frammenti inerti di terra, di roccia e di acqua che sprofondano nei vuoti abissi del presente.
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La Galleria dell’Eremo di Rua di Feletto continua il suo progetto di messa in risalto delle esperienze artistiche più significative del territorio presentando la mostra personale di Pierluigi Slis intitolata Terre Fragili, un artista che ridefinisce il linguaggio del paesaggio con un’ispirazione originale e una peculiarecifra stilistica.
Le sue opere tematizzano la presenza aspra e severa della montagna, che si impone con il profilo aguzzo e segmentato in un’immanenza arida ed inospitale. Una montagna smitizzata e refrattaria, enfatica e incombente.Montagna espressiva e allegorica al tempo stesso, attivazione di un immaginario geologico come cifra dello stare al mondo dell’uomo in un confronto teso ed inquieto, ineluttabile e insuperabile, con l’alterità. Si presenta in frammenti irregolari e imprevedibili, che si stagliano su campiture omogenee, estranianti, neutre o fluorescenti, spesso come lacerti sospesi nel vuoto. Anche la tecnica di realizzazione si avvale di frammenti, utilizzando brani pittorici ritagliati da opere precedenti e collocati nel nuovo contesto, un procedimento che associa distruzione e assemblaggio attraverso un riciclo che è autocitazione e recupero.
Pierluigi Slis, nato nel 1974 a Wuppertal, in Germania, vive e lavora a Revine Lago. La sua ricerca esplora tematiche connesse ai processi psicologici e sociali che permeano l’esistenza e l’azione umana. Utilizzando strumenti come la pittura, la composizione ambientale, l’azione sociale o il video, dà vita a opere aperte, a volte effimere, caratterizzate da una certa insofferenza verso norme, estetismi e formalismi. Il suo fine è evocare una risonanza emotiva, un punto di domanda che inviti l’individuo a riscoprire la consapevolezza di sé.
Espone dal 2009 in Italia e all’estero in mostre personali e installazioni site specific: Somewhere in Berlin – Teatro Verdi e Teatro Zancanaro, Pordenone – Christine Frechard Gallery, Pittsburgh (USA) – Parlamento Europeo, Bruxelles (B) – Festival Comodamente, Vittorio Veneto – Einfarth freihalten, 16 Alfieri, Torino – Kunstraum B, Kiel (D) – Vergrabene Wünsche, Gängeviertels, Amburgo (D) – Menchen. Baustellen. Vergrabene Wünsche, Quartier 925, Brema (D) – Zoll/1, Verona Reload, Verona -Il gatto e la volpe, Kunstart, Bolzano – Die Babylonischen Horizonte, Stabsgebaude, Cuxhaven (D) – Mostra personale a Montecarlo (MC) – Stabsgebaude, Cuxhaven (D).