LINA SARI E I TRENTATRE’ NOMI DI DIO dal testo di Marguerite Yourcenar

Inaugurazione: Sabato 16 dicembre 2023, ore 17.00

Presenta don Lorenzo Piran

Periodo mostra: 17.12.2023 – 20.01.2024

Alcuni scatti dalla sua casa d’artista

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Lina Sari

Laureata in lettere all’Università di Padova e Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Ha insegnato per venticinque anni al Liceo Artistico Statale di Treviso. Instancabile, in quei decenni, il suo impegno educativo: perseguito con l’organizzazione di Mostre Didattiche e un’entusiasta attività di Guida ai maggiori Musei nazionali ed europei.

Dal 1975 fino al 1985 partecipa a varie mostre collettive presso la Galleria Bevilacqua-La Masa di Venezia, dove, nel 1978 ha tenuto la sua prima personale.

In quegli stessi anni e nei successivi si moltiplicano le sue mostre: da Pordenone a Treviso, Vicenza, Ferrara, Roma, Palermo e in molte altre città italiane. Numerose le esposizioni all’estero: Neuchatel, Parigi, Lubiana, Berlino, Stoccarda.

Se Lina Sari comprende, fin da subito, che, per lei, “dipingere era un bisogno”, il suo percorso artistico   -che la conduceva nei più svariati spazi espressivi “seguendo un fragile filo che cuciva, rattoppando significati e stili di amati artisti”-  molto presto, interseca e intreccia, fatalmente, la “vita lirica” di altri pittori, scrittori, poeti, intellettuali.  Che riconobbero nel suo lavoro una “trasfigurata ri-Scrittura immaginativa del mondo sensibile e creaturale” , l’incanto di una Poesia del Segno “evocativo” e del Colore “luminoso”.

La frequentazione, l’amicizia, la collaborazione con questi attori della scena culturale del Novecento italiano è  l’acclarata riprova e conferma dell’importanza dell’ arte di Lina Sari.

Ecco allora, negli anni ’80, il duraturo e affettivo sodalizio con Goffredo Parise e Andrea Zanzotto.

Da qui, l’edizione per l’Università dell’Illinois dell’opera di Zanzotto sul ‘Casanova’ di Fellini e la presentazione che il Poeta farà della Mostra ‘Semainen’ di Lina Sari nel 1998.

Significativa, diverrà nel tempo, l’assidua collaborazione con Guido Ceronetti  – di cui illustrerà molte pubblicazioni – per il suo ‘Teatro dei Sensibili’, dipingendone marionette e fondali,  che viaggerà per le strade e i teatri italiani. Ceronetti introdurrà la Mostra Personale di Lina Sari ‘Mendacio’, del 1998.

Ma, il valore del lavoro artistico di Lina Sari è intuito e riconosciuto, fin da subito, da due tra i più grandi protagonisti della più felice stagione figurativa italiana del secondo dopoguerra : Giosetta Fioroni e Mario Schifano.

Lina espone le sue opere, nel 1989, presso lo Studio romano della Fioroni e lavora, in quegli stessi anni, nello Studio romano di Schifano, realizzando la scenografia della ‘Norma’ di Bellini e acqueforti, a tiratura limitata, per prestigiosi collezionisti.

Con entrambi gli artisti realizzerà la Mostra ‘Idrargirii stellari’ nel 1998 – con il patrocinio letterario di Goffredo Parise e Andrea Zanzotto.

Questa “affinità emozionale” con altri linguaggi, forme, cromìe, suoni, ha esaltato la versatilità e la pluralità della vocazione espressiva di Lina Sari, che, da quarant’anni, lavora con i più svariati materiali e tecniche: dalla ceramica, con installazioni private e pubbliche, alla grafica, alla video-art.

Perché “una mente mai quieta”, un’artista “svagata, dai mischiati cammini”, come Lina Sari, non può che “errare insonne e inesausta” in una sua personalissima e trans-versale ricerca di qualche “impermanente rivelazione”.

Proficuo e ricco è stato questo “radiografico”, inventivo (quel “pensiero che crea e disfa il mondo” di cui ci parla la stessa Lina Sari), rabdomantico vagabondaggio!  Curioso e magico, tra lo Spirituale e il Vitale dell’Arte : le ha consentito di esplorare e sperimentare molteplici modalità e figure espressive  -le più disparate.

Dall’illustrazione del Calendario di ‘Fonopoli’ di Renato Zero per la Galleria Navona di Roma; alla committenza di ‘Alberto Tallone Editore’ di Torino per volumi di pregio e rari composti a mano e destinati a un pubblico di estimatori della Stampa d’Arte; ai Cataloghi Internazionali e Stands Espositivi per importanti aziende del Nord-Est.

Ma, per Lina Sari, se “dipingere era un bisogno” (e, si sa, è questa nativa scaturigine la cifra di un’autentica “libera creatrice”), avere una “specola provinciale” è divenuta una necessità.

Per trarre da quel “paesaggio poetico” una sorta di “nutrimento celeste e terragno” per la propria affamata vitalità interiore e visionaria.  Là, dove la propria esistenza storica trova radici e quella quiete dell’anima che qualche genius loci, appartato e silenzioso, può donare.  E, come è stato scritto, è questo “il verace anti-provincialismo degli artisti veridici”.

Anche per questo, di Lina Sari, pittore, artigiano della Bellezza, che “regala direzioni all’insensatezza” e offre ‘possibilità’ ad ogni “corona di fallimenti” – infine,  possiamo dire ‘solo’ che… è un’ Artista.

<<Sillabari. Goffredo Parise>>

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