IL GIARDINO DI ARMIDA tracce per un giardino della memoria MARIO ALBANESE (1933-2012)

Mario Albanese considerato un manierista moderno, che aveva colto la lezione degli impressionisti, vedutisti, fino a far suo lo stile romantico e figurativo. Era nato a Conegliano nel 1933, terra di vigne e vino, ma soprattutto culla di quel mirabile “pintor” che fu Cima da Conegliano. È da quel sapere antico dello stendere il colore che Mario Albanese, forma il suo stile artistico. E lo fa come si conviene a chi è un pittore per natura o meglio per vocazione, data la sua formazione da autodidatta. A quindici anni la sua prima tela, gelosamente conservata nella sua casa di Montegalda, con il primo degli interminabili paesaggi che lo accompagneranno fino alle opere ultime. Non solo vedute. In pochi anni si afferma come ritrattista. Memorabile il ritratto che fece del poeta Zanzotto. Commissioni importanti gli arrivano poi dal mondo della lirica coi ritratti di Domingo e Pavarotti. Nel 1971 decide di aprire a Vicenza la galleria “Ponte&Albanese Arte”. Successivamente con l’inseparabile moglie Diana, sempre a Vicenza apre uno spazio d’arte e cultura ancora più ampio e vivace a Ponte degli Angeli, attività che durerà fino al 1993. Il giovane Vittorio Sgarbi era di casa a Montegalda, così come Zanzotto, Baldini ed altri.

Così scrive Albanese del “Giardino di Armida” – ‘… dalla contemplazione del mio giardino e del mio paesaggio, riemerge la memoria: dunque un giardino della memoria, del vissuto, dell’arte. Ospite fra gli ospiti, il pittore mostra la finzione, l’inganno del tempo e i suoi segni rovinosi, ma anche la speranza e la fede in quel mondo, al di fuori del quale non riesce a scorgere che la notte.’

Biografia

Mario Albanese nasce a Conegliano il 29 marzo 1933. Fin da bambino dimostra passione e predisposizione per il disegno e la pittura; inizia così a dipingere all’età di 15 anni, come autodidatta, copiando particolari di dipinti di maestri antichi per un appropriato avvio alla tecnica pittorica.

Nel 1950 allestisce con giovani amici una mostra collettiva di pittura a Conegliano,  successivamente è presente in altre collettive a Venezia, Treviso, Padova. In tali occasioni la stampa locale lo definisce dapprima natura vivace ed irrequieta… sempre alla ricerca di nuovi motivi espressivi, e più tardi rileva l’acquisizione di un proprio linguaggio mediante una tecnica preziosa.

     E’ del 1966 la prima mostra personale, a Vicenza. Lo stesso anno espone a Verona presentato dallo scrittore Giovanni Comisso.

     Nel 1973 il Comune di Conegliano gli organizza la mostra Antologia di un decennio presso la sede del Municipio. E’ il critico Salvatore Maugeri a presentare la mostra, scrivendo nel catalogo che “…la sua è una partecipazione aperta e umana con la realtà, un discorrere di sentimenti, un’occasione per prendere contatto con una umanità varia per dire della donna amata e vagheggiata, per dar vita ai ricordi della sua fanciullezza intessuta di un’esperienza autentica di vita, nettamente delineata, seguita nel suo evolversi, per rivelare con chiarezza la presenza dell’uomo”.

     La pittura di quegli anni si presenta di materia grumosa, terrigna, volta a rappresentare il mondo degli umili.

     Negli stessi anni Albanese pubblica due raccolte di poesie: Stagioni (1969) prefata da Maugeri, e Radici e fronde (1971) che entra in finale al Premio Nazionale di Poesia Montebelluna.

     Fino a metà degli anni Settanta si susseguono mostre personali da Milano a Venezia a Trieste, da Livorno a Roma, a Napoli, a Lecce…  E’ allora che la pittura di Albanese si alleggerisce nella materia  “a vantaggio di stesure rapide e compatte” – scrive Gino Nogara –“Oggi è soprattutto il segno a farsi carico dell’evento pittorico: espressione e decoro”.

Dal 1971 al 1993 il pittore dirige con la moglie Diana dapprima la Galleria d’arte Del Ponte, successivamente la Albanese Arte.

     Giornalista dal 1980, Albanese collabora ininterrottamente per alcuni anni al Giornale di Vicenza con racconti e cronache d’arte; fonda e dirige i Fogli del ponte e i Fogli d’arte, mensili d’informazione culturale relativi alle gallerie d’arte sopra citate.

Nel 1982 le Edizioni Busato pubblicano una cartella di quattro acqueforti di Albanese con cinque poesie di Albanese tratte dalla silloge Di verde in verde – Cortometraggio prefata da Elio Bartolini.

     Hanno inizio in quegli anni alcuni cicli pittorici, il primo dei quali si ispira al Giardino di Armida cantato dal Tasso nella Gerusalemme liberata. Albanese lo espone per la prima volta, in dodici quadri, a Milano, con la presentazione del Professore Dino Formaggio.

     Un altro ciclo comprende una serie di ritratti di personaggi della cultura e dell’arte: poeti e scrittori come Fulvio Tomizza, Elio Bartolini, Bino Rebellato, Andrea Zanzotto, Neri Pozza, e il pittore Giuseppe Zigaina il quale in altre occasioni si è occupato della pittura di Albanese.

     E ancora il ciclo dei Bagni notturni, e quello intitolato Pasolini – Nell’angolo più buio dell’orto, composto di 20 oli e 20 disegni e ispirato alla poesia e alla morte del poeta friulano, documentato in un libro scritto dallo stesso Albanese – a giustificazione dell’operazione – , e introdotto da Dino Formaggio.  Il complesso di opere è stato esposto a Rovigo grazie alla organizzazione del Comune e dell’Accademia dei Concordi, poi al Brolo di Mogliano Veneto, al Museo Canova di Possagno per approdare infine a Casarsa della Delizia, nella casa che fu del Poeta ed ora sede del “Centro Studi Pier Paolo Pasolini” che ne ha poi acquisito il grande ritratto.

      Nel 2005 Mario Albanese rimette mano a un ciclo pittorico interrotto qualche anno prima: il titolo del ciclo Fra passi incerti e le certe memorie,  e quelli degli stessi quadri, fanno riferimento a versi della sua poesia.  Nei dipinti la memoria del tempo passato, dell’infanzia e dell’adolescenza, è messa in rapporto con il presente, e, come scrive Giorgio Segato,  “…tasta e ritasta il vissuto, sonda le trame dell’esperienza, ricompone e disvela ricordi di forme e di atmosfere, come riferimenti di un viaggio a ritroso nel proprio spazio/tempo, attraversando anche il presente e vivo, come epoca già mitica e lontana, abbandonata e ritrovata come da un punto fuori storia…”.  

     Nel 2010, su richiesta della Società del Quartetto di Vicenza, Albanese prepara dipinti e disegni che vengono proiettati nel corso di un concerto (2011) per due pianoforti e  percussioni al Teatro Comunale della Città: Quadri di una esposizione di Musorgskij e La sagra della primavera di Stravinskij.   

   Mario Albanese viene a mancare il 23 agosto 2012 a Vicenza.

   Nel 2013, successivamente alla sua scomparsa del pittore, Palazzo Cordellina di Vicenza e successivamente Palazzo Sarcinelli di Conegliano ospitano la mostra antologica retrospettiva della pittura di Mario Albanese.

Altre mostre si susseguono negli anni successivi: nel 2015 alcune opere del pittore vengono esposte al Palazzo dei Canonici di Barbarano Vicentino; nel 2018 il ciclo dedicato a Pasolini  e altri dipinti recenti sono ospitati presso il Centro Aldo Moro di Cordenons; nel 2022, in occasione del centenario della nascita del poeta P.P. Pasolini, l’intero ciclo viene riproposto nel centro d’arte AB23 di Vicenza.  

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